Ogni volta che parlo, sovrascrivo.
Ogni volta che scrivo, disturbo.
Il mio pensiero non arriva mai da solo: è sempre accompagnato da un rumore semantico di fondo.
L’interferenza non è un errore. È l’unico modo in cui il senso si manifesta.
Cerchiamo pure chiarezza, linee pulite, frasi con soggetto e predicato. Ma è la crepa che rivela la struttura. È l’anomalia che fonda il ritmo.
L’interferenza è la forma attraverso cui il linguaggio svela la propria instabilità.
Quando due significati si sovrappongono — non si cancellano, ma vibrano.
La mente cerca di scegliere, ma il corpo sente tutto insieme.
In quel battito doppio, in quella nota discordante che non si lascia risolvere,
lì, nasce il mio mondo di scrivere.

